Tutti sanno che i tartufi sono prodotti del terreno naturali, il cui sviluppo avviene in simbiosi con le radici di particolari alberi, fra i quali le querce, i noccioli, i carpini e i tigli. Ciò non vuol dire, però, che non possano esistere delle coltivazioni di tartufo. Si parla, infatti, di tartufaie naturali e controllate, di piantagioni di tartufi e di tartufi di allevamento. Chi ha voglia di assaporare un tartufo bianco o di qualunque altra tipologia, dunque, dovrebbe iniziare a prendere in considerazione anche l’esistenza di questa opportunità.

Come vengono coltivati i tartufi

Ma come avviene di preciso la coltivazione dei tartufi? La procedura prevede di impiantare degli alberi che sono stati micorrizati in maniera apposita. Vuol dire che questi alberi hanno la micorriza aggrappate alle proprie radici: la micorriza non è altro che il legame fra la radice della pianta e la spora del tartufo. Tutto questo avviene in un terreno che, in precedenza, deve essere già stato analizzato, in quanto deve presentare delle caratteristiche specifiche.

Si deve trattare di un terreno ben areato e friabile, senza radici di dimensioni importanti e sassi; un terreno molto calcareo e che non presenta ristagni idrici, caratterizzato da un pH che ha un valore minimo di 7 e un valore massimo di 8.

Come si inizia la coltivazione di tartufi?

Pensi che avviare una coltivazione di tartufi sia troppo impegnativo? Allora puoi affidarti al nostro catalogo e scegliere il prodotto che desideri, come per esempio il tartufo estivo, avendo la certezza di acquistare ingredienti di qualità elevata. In effetti la coltivazione richiede un gran numero di accortezze a cui è necessario riservare la massima attenzione, anche in considerazione del fatto che ciascuna varietà di tartufo ha un terreno privilegiato.

Di conseguenza per cominciare una coltivazione di tartufo è indispensabile prima di tutto verificare se si ha a che fare con un terreno in grado di ospitare i prodotti desiderati. Occorre, poi, verificare la tipologia di tartufo.

Quali sono i tartufi più diffusi

In ordine di diffusione, i tartufi che vengono coltivati più di frequente sono lo scorzone e il tartufo nero pregiato, che sono anche le varietà che garantiscono i risultati più apprezzabili. Degno di menzione è, però, anche il bianchetto. I terreni brecciosi o sabbiosi sono ideali per il nero pregiato, mentre i terreni abbastanza compatti e argillosi sono quelli consigliati per lo scorzone.

Quel che conta è prestare attenzione alla quantità di calcare che è presente nel terreno. Proprio il calcare, in effetti, è ciò che consente uno sviluppo adeguato del tartufo. Si stabilisce quale tipologia di tartufo deve essere piantata a seconda della percentuale di calcare che viene riscontrata.

Il via alla coltivazione

Nel caso in cui il terreno si riveli adeguato e abbia le caratteristiche ideali per poter ospitare i tartufi, ecco che gli alberi possono essere impiantati e si può iniziare a prendersene cura. Dopodiché ci vuole un bel po’ di pazienza: infatti è richiesta in media un’attesa fra i 5 e gli 8 anni prima che una tartufaia cominci a dare i risultati auspicati.

I costi

Come si sarà capito, intraprendere una coltivazione di tartufi non è cosa per tutti: se preferisci gustarti un tartufo nero pregiato senza fatica, ti conviene fare affidamento sul nostro e-commerce. Per coltivare il terreno è bene prima di tutto prepararlo, facendo in modo che sia areato e privato sia dei sassi che delle radici molto grandi. A quel punto gli alberi possono essere impiantati e non resta altro da fare che attendere. Le procedure da seguire per la realizzazione di una tartufaia possono essere diverse, fermo restando che ciascuna soluzione deve essere studiata a sé. Si può, per esempio, scegliere un terreno agricolo nel quale in precedenza erano presenti delle altre coltivazioni per poi piantare dei noccioli tartufigeni, dei carpini, dei lecci o delle querce.

Nel caso in cui si abbia intenzione di dare vita a una tartufaia controllata, d’altro canto, occorre cominciare da una tartufaia naturale, vale a dire un appezzamento di terreno nel quale i tartufi crescono in maniera spontanea. Poi la zona può essere ampliata con alberi tartufigeni. È consigliabile:

  • Recintare il terreno
  • Mantenerlo in ordine
  • Fare in modo che sia sempre pulito.

Per ciò che concerne i costi, si deve tenere conto in primis della spesa richiesta per l’acquisto del terreno, a meno che non ci si voglia limitare ad affittarlo. In un ettaro di tartufaia possono trovare spazio più o meno 400 piante, ognuna delle quali ha un costo medio di 8 euro: vuol dire oltre 3mila euro di piante. Anche il costo del recinto non è da sottovalutare, soprattutto alla luce dei rincari che hanno coinvolto i prezzi delle materie prime: si arriva così a una cifra di 10mila euro.