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Tartufo nero pregiato

Una guida completa a questo prodotto della natura

 

Il Tartufo Nero Pregiato (Tuber Melanosporum Vittadini) è uno dei tartufi più apprezzati e ricercati al mondo. La sua fama è dovuta al profumo delicato, complesso e inconfondibile, un’alchimia di aromi che evocano il sottobosco, la terra umida e delicate note muschiate.

 

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Tuber Melanosporum Vitt.

Le caratteristiche del tartufo nero pregiato

La sua fragranza straordinaria lo rende un ingrediente d’eccezione, capace di trasformare ogni piatto in un’esperienza sensoriale indimenticabile. Classificato per la prima volta nel 1831 dal micologo, botanico e scrittore italiano Carlo Vittadini, da cui deriva l’abbreviazione Vitt. nella nomenclatura scientifica, il Tuber melanosporum si distingue per l’aspetto esteriore, caratterizzato da un peridio (la superficie esterna) nero con sfumature rossastre e una texture irregolare, percorsa da verruche. 

La gleba, la parte interna del tartufo, presenta una colorazione che varia dal nocciola al marrone scuro a seconda del grado di maturazione, attraversata da un intricato reticolo di venature biancastre. 

La raccolta di questo prezioso fungo ipogeo, che avviene tradizionalmente nei mesi invernali, da dicembre a marzo, si avvale dell’insostituibile fiuto di cani appositamente addestrati. 

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Come si conserva il tartufo nero pregiato

Preservare intatto l’aroma intenso e la freschezza del Tartufo Nero Pregiato è fondamentale per godere appieno delle sue qualità organolettiche. 

Il metodo di conservazione ideale prevede di avvolgere il tartufo in carta assorbente da cucina, che dovrà essere sostituita quotidianamente per assorbire l’umidità in eccesso e prevenire la formazione di muffe. Il tartufo, così protetto, va riposto in un contenitore ermetico di vetro e conservato in frigorifero. 

Questa procedura consente di mantenere la freschezza del tartufo per circa una settimana. Per una conservazione a lungo termine, è possibile congelare il tartufo, preferibilmente a fette o grattugiato, sebbene questo processo possa comportare una parziale perdita dell’aroma. 

Si raccomanda di lavare il tartufo solo immediatamente prima del suo utilizzo in cucina

Come si pulisce il tartufo nero pregiato

La pulizia del Tartufo Nero Pregiato richiede delicatezza e precisione per evitare di danneggiarne la superficie e comprometterne l’aroma. 

Esistono due metodi principali per pulire il tartufo:

  • metodo a secco: con l’ausilio di uno spazzolino a setole morbide o un panno leggermente inumidito, si rimuovono delicatamente i residui di terra e le impurità dalla superficie del tartufo. Questo metodo è preferibile per preservare al massimo l’aroma del tartufo, evitando il contatto prolungato con l’acqua.
  • metodo con acqua: Il tartufo viene immerso in acqua fredda per circa dieci minuti, in modo da ammorbidire i residui di terra più ostinati. Successivamente, si sciacqua sotto un getto delicato di acqua corrente fredda, aiutando la pulizia con uno spazzolino a setole morbide o una spazzola, prestando attenzione a non sfregare con eccessiva forza. Infine, si asciuga accuratamente il tartufo con un panno pulito e asciutto.

Come si cucina il tartufo nero pregiato

In cucina, il Tartufo Nero Pregiato, trova la sua massima espressione in preparazioni semplici, che ne esaltano l’aroma intenso e piacevole, persistente anche dopo la cottura. 

A crudo, affettato sottilmente con l’apposita mandolina o grattugiato al momento, è l’ingrediente ideale per impreziosire piatti a base di pasta fresca, uova, risotti cremosi, carni bianche delicate e purè di patate. Aggiungerlo a fine cottura preserva intatto il suo profumo inebriante. 

Oltre alle preparazioni a crudo, il Tartufo Nero Pregiato si sposa armoniosamente con pesce, crostini e una vasta gamma di primi e secondi piatti. 

La sua sorprendente versatilità lo rende adatto anche a preparazioni dolciarie raffinate, come profitteroles, cheesecake, tiramisù, torte al cioccolato, gelato al fior di latte e gelato alla crema, donando un tocco di originalità e un aroma inconfondibile. 

L’olio al tartufo nero, ottenuto per infusione del tartufo in olio extravergine di oliva di alta qualità, è un condimento eccellente per aggiungere un tocco di eleganza e un profumo persistente alle pietanze. 

Data la sua preziosità, il Tartufo Nero Pregiato va utilizzato con parsimonia, per esaltarne al massimo il sapore unico e inconfondibile.

Testimonianze

I nostri Clienti dicono di noi

Come si raccoglie il tartufo nero

Un tempo il tartufo nero pregiato veniva cercato con i maiali, che però spesso mangiavano e danneggiavano i tuberi. Così si iniziò ad addestrare a questo compito i cani.

Oggi l’insegnamento dei cani utilizzati per la ricerca si svolge in forma di gioco, con il premio e la ricompensa che consistono in cibo dati all’animale ogni volta che individua un tartufo. Dopo aver scoperto dove c’è un tartufo, il cane usa le zampe per scavare in profondità.

Quindi il padrone estrae il tubero, aiutandosi con una vanghetta. In questa fase è fondamentale non rompere il tartufo e nemmeno le radici che gli hanno consentito di cresce sotto terra. Quelle stesse radici, infatti, permetteranno la crescita di un altro tartufo.

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Informazioni utili

Dove e come cresce il Tartufo Nero Pregiato

Il Tartufo Nero Pregiato (Tuber Melanosporum Vittadini) necessita di condizioni specifiche per svilupparsi. Questo fungo ipogeo si manifesta solo quando tutti gli elementi naturali si combinano perfettamente. La sua crescita richiede un equilibrio delicato tra diversi fattori ambientali, ciascuno dei quali deve rispettare parametri precisi per garantire lo sviluppo ottimale del prezioso tubero.

Tipo di terreno

Per il suo sviluppo risultano necessari terreni calcarei, con un pH tra 7,2 e 8,2. La composizione deve essere caratterizzata da suoli ben drenati, ricchi di calcio e con una struttura che permetta una corretta areazione. La presenza di scheletro nel terreno garantisce il drenaggio ottimale delle acque. Il substrato ideale presenta una tessitura franco-argillosa o franco-sabbiosa, con una percentuale di calcare attivo compresa tra il 5 e il 40%. La sostanza organica deve mantenersi su valori moderati, tra l’1 e il 3%, mentre risulta fondamentale una buona presenza di microelementi come ferro, manganese e zinco. La porosità del terreno facilita lo sviluppo delle radici delle piante simbionti e la formazione dei corpi fruttiferi.

Altitudine

La fascia altimetrica ideale per il Tartufo Nero Pregiato si estende dai 300 ai 1000 metri sul livello del mare. Le zone collinari e pedemontane costituiscono l’ambiente naturale per questa specie, con una predilezione per i versanti esposti a sud ed est. L’altitudine determina condizioni microclimatiche specifiche: le escursioni termiche, l’umidità relativa e il regime delle precipitazioni variano in base alla quota e all’esposizione dei versanti. Questi fattori regolano il ciclo biologico del tartufo e ne condizionano la qualità. Le aree più produttive si trovano generalmente tra i 400 e gli 800 metri, dove si verificano le condizioni termiche e idriche più favorevoli per la maturazione dei carpofori.

Periodo stagionale

La raccolta del Tartufo Nero Pregiato avviene nel periodo invernale, da metà novembre fino a metà marzo. Il ciclo biologico si completa durante i mesi freddi, quando le temperature più basse stimolano la maturazione dei corpi fruttiferi. Le condizioni meteorologiche dei mesi precedenti determinano la qualità e la quantità del prodotto: le piogge estive e autunnali preparano il terreno, mentre le temperature invernali ne regolano la maturazione. 

La raccolta richiede esperienza nel valutare il grado di maturazione: un tartufo raccolto al momento giusto presenta profumo intenso e polpa soda con venature bianche ben definite. Il periodo migliore si concentra tra dicembre e febbraio, quando gli aromi raggiungono la massima intensità.

Specie arboree simbionti

La simbiosi micorrizica si stabilisce con diverse specie arboree. Le più comuni sono la roverella, il leccio, il carpino nero e la nocciola. Ogni pianta ospite contribuisce con caratteristiche peculiari allo sviluppo del tartufo, attraverso una relazione simbiotica che si sviluppa nelle radici. La scelta della pianta simbionte determina non solo la produzione, ma anche le caratteristiche organolettiche del tartufo. Il leccio garantisce produzioni più costanti e resistenti alla siccità, mentre la roverella offre condizioni ottimali per lo sviluppo di esemplari di grandi dimensioni. Il carpino nero si adatta bene ai terreni più freschi e umidi, mentre il nocciolo permette una produzione precoce. La gestione del territorio tartufigeno prevede interventi mirati di potatura e controllo della vegetazione per mantenere le condizioni ottimali di luce e umidità nel sottobosco.

Cani e attrezzatura

La ricerca richiede cani addestrati specificamente per individuare il Tartufo Nero Pregiato. Il vanghetto, strumento tradizionale del cercatore, deve rispettare le misure stabilite dalla normativa vigente.

La preparazione del cane necessita di anni di addestramento per affinare le capacità olfattive. L’addestramento inizia in giovane età con tecniche specifiche che permettono al cane di riconoscere il profumo del tartufo maturo. Il rapporto tra cercatore e cane si basa sulla fiducia reciproca e sulla comunicazione non verbale.

L’attrezzatura comprende anche altri strumenti essenziali: 

  • una vanghetta di ricambio
  • contenitori forati per riporre i tartufi
  • spazzole per la pulizia preliminare
  • un sistema GPS per orientarsi nei boschi

La conoscenza del territorio e delle normative locali completa il bagaglio tecnico necessario per questa attività.

Zone di raccolta

L’Italia, si sa, è terra di tartufi. Da Nord a Sud, il prezioso fungo ipogeo si cela tra le radici degli alberi, regalando aromi e sapori unici. Ma è in alcune regioni, come l’Abruzzo, che la sua presenza diventa davvero significativa.

Certo, Umbria, Toscana, Marche e Molise vantano aree di produzione importanti, con Norcia, Spoleto e le Crete Senesi a fare da capofila. Eppure, l’Abruzzo si distingue, forte di una tradizione secolare e di un ambiente particolarmente favorevole. 

Ma cosa rende così speciale il tartufo abruzzese? La risposta, come spesso accade in natura, sta nel terroir. Ogni territorio, infatti, imprime al tartufo caratteristiche organolettiche uniche, un’alchimia di profumi e sapori plasmata dalla composizione del suolo e dal microclima. In Abruzzo, i boschi naturali di roverella e carpino nero offrono l’habitat ideale per la crescita del Tartufo Nero Pregiato. Qui, tra le radici di questi alberi, il tartufo trova le condizioni perfette per sviluppare il suo aroma intenso e penetrante, un bouquet che evoca note di sottobosco, terra umida e spezie.

La raccolta del tartufo in queste zone è un’attività che si tramanda di generazione in generazione, un rituale antico che richiede esperienza, pazienza e rispetto per l’ambiente. I cercatori locali, custodi di un sapere tramandato nel tempo, si muovono nei boschi con i loro cani, fedeli compagni in questa caccia al tesoro sotterraneo. La loro conoscenza del territorio, delle piante e dei segnali che la natura offre, è fondamentale per individuare i preziosi tartufi, preservando al contempo l’integrità dell’ecosistema.

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Quotazione media del tartufo nero pregiato

Non esiste un prezzo sempre valido per il tartufo nero pregiato: la sua quotazione, infatti, può variare da una stagione all’altra, o addirittura da una settimana all’altra, in base alla richiesta dei consumatori e, ovviamente, alla quantità di prodotto che è disponibile sul mercato. In sostanza, quando sono state trovate quantità considerevoli e la richiesta sul mercato è contenuta, il prezzo è destinato a calare; esso aumenta, invece, nel caso in cui la richiesta cresca, a maggior ragione se non ci sono molti tartufi a disposizione sul mercato.

Chi siamo

Nella nostra famiglia, la terra sussurra storie di tartufi da generazioni. Coltiviamo e raccogliamo a mano questi preziosi gioielli della terra, un’arte tramandata di padre in figlio, un gesto antico che si ripete ogni stagione. 

Ma la nostra passione va oltre. Trasformiamo i tartufi in autentiche specialità culinarie, salse e conserve che racchiudono l’essenza del nostro territorio. Ogni ricetta è un frammento della nostra storia, un omaggio alla tradizione e il frutto di un’esperienza maturata nel corso degli anni.

Crediamo nel potere del km zero, nella forza di un legame indissolubile con la nostra terra. Desideriamo condividere con il mondo la generosità della natura italiana, nel rispetto dei suoi ritmi e con un impegno costante verso la sostenibilità ambientale. 

Cosa aspetti? Lasciati conquistare dal profumo intenso e dal sapore inconfondibile del tartufo: un’esperienza che ti condurrà nel cuore della nostra storia!

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